Parole come upcycling, deadstock o slow fashion compaiono ormai sempre più spesso su articoli e contenuti social, ma conosciamo davvero il loro significato? Comprendere il linguaggio della sostenibilità aiuta a fare acquisti più consapevoli, a ridurre gli sprechi e a dare valore a tutto ciò che si acquista, abbigliamento compreso.
Quando si sceglie un capo di qualità, come ad esempio un cappotto da donna invernale, è importante comprendere cosa stiamo acquistando e da chi. Ecco, quindi, una guida pratica per orientarsi tra i concetti chiave della moda responsabile.
Moda sostenibile: perché serve un glossario
La moda sostenibile è in continua evoluzione, nascono nuove pratiche e termini per definire materiali, metodi produttivi e scelte di consumo. Conoscere queste parole permette di interpretare meglio le scelte imprenditoriali, le etichette, di scegliere un abbigliamento da donna di qualità e di riconoscere brand che rispettano criteri etici e ambientali.
Un piccolo dizionario è un valido strumento per trasformare lo shopping in un gesto più consapevole e responsabile.
Upcycling: dare nuova vita ai capi
Uno dei termini più diffusi è upcycling. Questa parola, utilizzata non solo nella moda, significa riutilizzare un capo o un materiale per creare qualcosa di nuovo e di valore superiore. A differenza del semplice riciclo, l’upcycling non distrugge il materiale originario, ma lo valorizza e lo eleva.
Esempio pratico: trasformare vecchi jeans in una borsa, oppure rivisitare un cappotto da donna invernale con inserti o dettagli personalizzati è upcycling. Un modo creativo per ridurre i rifiuti tessili e dare nuova identità a capi dimenticati.
Deadstock: il fondo di magazzino diventa risorsa
Un altro termine fondamentale è deadstock. Indica tessuti o capi invenduti rimasti nei magazzini di marchi o produttori. Questi materiali, spesso di ottima qualità, rischiano di finire tra i rifiuti se non vengono recuperati.
Per far fronte agli sprechi e perseguire un modo etico di fare tendenza, sempre più brand utilizzano deadstock per creare limited edition o capsule collection. Comprare un capo realizzato con tessuti deadstock diventa quindi un modo per supportare queste iniziative e allo stesso tempo indossare pezzi unici.
Slow fashion: meno quantità, più qualità
A differenza del fast fashion, lo slow fashion promuove acquisti ponderati e capi che durano nel tempo. L’obiettivo è scegliere tessuti resistenti, tagli senza tempo e una produzione etica.
Investire in pochi pezzi iconici, come un buon cappotto da donna invernale, è il principio base dello slow fashion. Meglio un capo di qualità che resista per anni, piuttosto che tanti acquisti impulsivi da sostituire dopo una stagione.
Second hand: la nuova vita dell’usato
Il second hand, o abbigliamento di seconda mano, è diventato un vero trend anche tra chi non lo aveva mai considerato. Oltre ai negozi e ai caratteristici mercatini di vintage, esistono ormai piattaforme e app per acquistare o vendere facilmente capi ancora in perfette condizioni.
Comprare di seconda mano significa risparmiare in senso letterale, perché spesso si acquista un capo ottimo a prezzo inferiore, ma anche ridurre sprechi e rifiuti.
Conoscere per scegliere meglio
Capire il significato dei termini della moda sostenibile è il primo passo per fare acquisti ponderati ed eticamente accettabili.
Informarsi è dunque imprescindibile ormai, se si desidera adottare uno stile di vita più sostenibile. Un piccolo glossario può aiutare a orientarsi e a trasformare la moda in un alleato del cambiamento.
