Negli ultimi anni una delle controversie scientifiche più accese è rappresentata dal tema delle cellule staminali. Molteplici sono i campi che ha investito questo tema: si passa da quello scientifico a quello religioso, da quello etico-sociale a quello politico.
Ma cosa sono? La maggior parte delle cellule presenti nel nostro corpo ha perso la capacità di generarne delle altre; esistono però delle particolari cellule non specializzate che sono riuscite a preservare questa importante capacità, conosciute come cellule staminali.
Questo tipo di cellule possiede delle caratteristiche davvero uniche, in quanto permette di riparare tessuti danneggiati e di curare molte malattie che per ora non sono curabili.
Esse però sono tuttora totipotenti, ovvero non hanno ancora una precisa “identità”, non sono sufficientemente conosciute.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi di questa nuova scoperta il problema è da riscontrare nelle somministrazioni, poiché per ottenere un grosso numero di cellule è necessario prenderle da un organismo ancora in formazione, nel quale le cellule non siano state organizzate, come l’embrione umano. Anche gli adulti sono in grado di produrre cellule staminali, ma non in una quantità sufficiente da mandare avanti la ricerca scientifica.
Il conseguente dibattito è scaturito dal fatto se sia giusto o meno sacrificare delle vite umane (seppur non completamente sviluppate) per mandare avanti una ricerca scientifica in grado di curare la maggior parte dei mali.
Uno dei casi maggiormente discussi in Italia è rappresentato dalla surreale vicenda di Celeste, una bambina affetta da SMA (atrofia muscolare spinale) trattata dal Dr.Marino Andolina con trapianti di cellule mesenchimali adulte. Le dichiarazioni del pediatra della bambina hanno subito scaturito una violenta tempesta mediatica, alimentata nella fattispecie dall’istituzione AIFA che non accetta la terapia nonostante sia stata considerata come “cura compassionevole”, negando il trattamento ad altri pazienti con la stessa malattia e condannando a morte la piccola Celeste. I genitori della bambina decidono quindi di rivolgersi a Giulio Golia della fortunata trasmissione televisiva “Le Iene Show“, per denunciare il caso in tutta Italia. L’inviato incontra Davide Vannoni, professore di Scienze Cognitive e fondatore del gruppo Stamina Foundation, il quale spiegherà i numerosi vantaggi offerti dalla cura con staminali attraverso una ricca e solida argomentazione.
Le difficoltà a mandare avanti la ricerca, infine, non è solamente di tipo etico-morale ma anche finanziario: bisogna ricordare la difficoltà nel nostro paese, un Paese in cui non sono permessi finanziamenti privati per questo tipo di ricerca, e dove i ricercatori sono limitati e quindi impossibilitati a lavorare in maniera creativa ed effettivamente produttiva.